C'è ancora qualcuno che nel 2015 utilizza le macchine fotografiche usa e getta.
Quel qualcuno, naturalmente, sono io.
Devo ammettere che ogni volta è divertentissimo e che, per ora, mi è sempre andata relativamente bene, a parte qualche culo degli amici di mio fratello finito tra le mie foto della Comunione. Non so se sono solo io che sono particolarmente imbranata o se anche voi evoluti, se doveste riprendere in mano una Kodak, vi ricordereste bene come si fa. Bisogna ricordarsi di girare la rotellina ad ogni scatto. Di guardare bene nel riquadro, di controllare da che parte è il sole. Tenere la mano ferma.
In realtà è molto semplice, se sei sobrio.
Il problema principale è che ci siamo abituati troppo bene con la macchinetta digitale...quella è comoda. Fai duecentotré scatti a un piatto di spaghetti alla carbonara, come se mettere insieme due uova con della pancetta fosse una prova da chef raffinato; una bella e utile foto alla bottiglia che stai bevendo, giusto per far sgolosare i tuoi amici alcolizzati di Facebook; poi una alla bottiglia con il tuo dito stile "Mi piace", una all'etichetta, una alla descrizione del vino; un bel selfie di te e il bicchiere, anzi venti perché nelle diciannove precedenti avevi una faccia da culo. Poi ne fai una a bottiglia finita e una a quella nuova. Insomma, a fine serata avrai un repertorio di dubbio gusto di foto ignoranti e sempre più sfocate, ma non te ne fregherà nulla perché "sono sicuro che in alcune sono venuto bene". Eh, grazie, ne hai fatte ottocentoquattro solo al tuo gatto di merda, figurati quante ne hai fatte a te stesso.
Eh no. Con la Kodak non funziona così. Te le devi sudare quelle cacchio di foto.
Non è che puoi star tanto lì a farti il selfie, a parte che non lo vedi, come non vedi la foto una volta fatta, ma soprattutto devi tenere a mente che non è tutto automatico. Esempio. Il flash. Il flash devi tenerlo premuto mentre scatti la foto. Ma chi se lo ricordava. Su 36, in media, almeno una decina escono completamente nere. Le restanti, invece, le ho divise in due categorie: la Cazzo il dito e la Lambrusco.
La prima contiene quelle fotografie in cui proprio ti impegni, guardi la luce, lo paesaggio di sfondo perfetto, la giusta angolazione, "guarda di là come se non stessi scattando, fai l'assorta", se serve ti ricordi addirittura il flash e... oh là, sei proprio soddisfatto. Solo quando sviluppi il rullino ti accorgi che in tutta quella preparazione l'unica cosa che ti sei scordato di fare è spostare il dito dall'obbiettivo. Bello, davvero spettacolare, quel tuo bel ditone ciccione rosa che, con la sua imponenza stile Omino Michelin, oscura il povero soggetto che, striminzito e sconsolato, ti guarda dall'angolo visibile della foto come a dire "ma sei stronzo?!". Nella tua collezione, ora, avrai una ventina di foto tra buie e a metà. Mancano le ultime dieci. Eh...la categoria "Lambrusco" è la più folle di tutte e, soprattutto, è quella che ti dà più soddisfazioni.
Parlo di quegli scatti d'autore in cui tra il "siete pronti" e il clic passano dei secoli. Ovviamente perché sia il fotografo che i poveri individui in attesa sono sbronzi. E lì sì che è una tragedia. Così, si cerca una buonanima che si sacrifichi perché non manchi nessuno in foto, o perlomeno una che non barcolli. Si controlla che tutti ci stiano dentro, che non vomitino in testa a quello inginocchiato in prima fila e che tutti siano sorridenti con lo sguardo rivolto al fotografo. Tutti tentativi, sempre ardui e spesso vani, che precedono LO scatto. Perché il rullino sta per finire. Quindi non c'è mica il " ne faccio due o tre, così, per sicurezza!" Poche balle . O la va, o la spacca. Come sarà andata non lo sai, dovrai attendere che tua madre vada a ritirare le foto e venga a chiederti perché ha dovuto pagare per ritirare dieci foto buie, dodici col dito davanti e quattordici mosse. Solo per stavolta sarà lei a chiedersi "ma ppperchééééé???!!"
L'unica cosa positiva è che, il giorno dopo la festa, non sarai su Facebook con la tua solita faccia da culo ed eviterai l'ennesima figura di merda.
Ecco perché vi dico Yes, you Canon. Ma io Kodak.
Ecco perché vi dico Yes, you Canon. Ma io Kodak.
avolteVale
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Dai, dimmi la tua, posso sopravvivere ai leoni da tastiera :)